Al 38esimo Torino Film Festival è stato presentato The Philosophy of Horror – A Symphony of Film Theory, nella sezione Le stanze di Rol. Il film diretto da Peter Lichter e Bori Maté è un adattamento dell’omonimo libro del 1990, scritto da Noel Carroll. Un’opera assolutamente originale e interessante, che traspone visivamente un manuale letterario, rendendolo in qualche modo più agile e di impatto.
L’utilizzo delle immagini – provenienti dalla pellicola, danneggiata e dipinta a mano, di Nightmare – Dal profondo della notte e Nightmare 2 – La rivincita – altamente simboliche, ma poco comprensibili a un livello più logico, immerge lo spettatore nel giusto mood. A ciò si aggiunge l’elemento sonoro che lo avvolge completamente. L’horror assume in questa occasione una nuova forma, a metà tra sperimentazione e avanguardia.
The Philosophy of Horror cattura l’attenzione per il suo stile così particolare, che si sia fan del genere oppure no. Somiglia a un compendio quanto mai curioso, da cui se ne possono trarre tante informazioni e nozioni. Al termine della visione viene quasi voglia di approcciarsi a un film horror per andare a rintracciare quegli elementi di cui l’opera di Lichter e Maté hanno trattato.
Dietro si percepisce una passione non indifferente, probabilmente dovuta anche agli studi e al percorso compiuto dai due giovani cineasti (entrambi originari di Budapest, classe 1984 lui e classe 1990 lei), oltre che una mente alquanto brillante.
*a cura di Sabrina Colangeli